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Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
> notizia del 24/01/2003
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news n. 1320
Ancora disagi sul fronte traghetti
Certo non è facile sostituire una nave in avaria, lo ammette anche il nostro lettore, e un'avaria può sempre capitare. Risulta duro restare a terra ore, in attesa della nave successiva, soprattutto quando, causa l'orario invernale, le corse sono molto distanziate. Il disagio diventa gravoso e costoso quando viene soppressa l'ultima corsa disponibile e i passeggeri, a quell'ora molti lavoratori pendolari, devono restare a terra fino al giorno successivo.
Anche se la causa è sempre la medesima (nave in avaria) non si capisce perché non possano essere previste imbarcazioni sostitutive, cooperazioni tra le due compagnie che gestiscono il trasporto marittimo, corse supplementari... Bisognerebbe chiedere a Toremar e a Moby Line cosa impedisce una gestione più attenta ai bisogni degli utenti, spesso utenti abitudinari, spesso per forza più che per piacere.
Ma, se disservizi capitano e non si possono evitare, le Compagnie possono chiamarsi fuori, si chiede il nostro lettore, o non devono almeno provvedere al risarcimento delle spese sopportate dell'utente lasciato a terra?
Vengono in mente le disavventure capitate più o meno a tutti in occasione di voli aerei cancellati per motivi risalenti alle Compagnie aeree (non scioperi o altro quindi): in genere si viene accompagnati al più vicino albergo, in attesa della partenza più prossima. Si può ipotizzare il medesimo dovere da parte di Compagnie navali, stante l'assoluta impossibilità di raggiungere la meta con mezzi alternativi?
Bella domanda: invitiamo gli utenti a rivolgersi a qualche Associazione di consumatori e a porre la questione. Diamo due indirizzi (ma le associazioni sono molte):
www.codacons.it
e
www.federconsumatori.it.
(M.B)
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Il disagio del sabato sera si poteva evitare?
A Piombino, sabato scorso (18 gennaio) diverse decine di persone hanno sperimentato un supplemento di disagio. Questi i fatti. La nave Toremar delle ore 18 e 40 non è partita per un’avaria. I passeggeri sono scesi e, dopo due ore di attesa, sono partiti alla volta di Portoferraio con la successiva nave Moby Lines delle ore 20 e 40.
Un’avaria può capitare (anche se pesante in quella fascia oraria in cui c’è un vuoto di ben due ore, mentre in precedenza due corse partono a distanza di quaranta minuti l’una dall’altra). Ma quello che è incomprensibile è che anche la successiva (ed ultima) corsa Toremar delle ore 21 e 45 non è stata effettuata, costringendo i passeggeri a pernottare a Piombino.
Ci si chiede: non è stato proprio possibile trovare una sostituzione dato che sin dalle 18 e 40 si sapeva che la nave era rotta? Ci sono ragioni superiori che hanno impedito la ricerca di una soluzione o trattasi di negligenza? E in quest’ultimo caso, potrebbe ravvisarsi un danno (rimborsabile?) a chi è stato costretto a pernottare a Piombino?
Lettera firmata
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