E' la compagnia elbana diretta da Paolo Ferruzzi ad essere di scena, martedì 18, al teatro comunale di Portoferraio. Nei giorni scorsi invece c'è stato 'Il grande Kean', tratto da 'Kean Genio e Sregolatezza' di Alexandre Dumas, interpretato da Andrea Buscemi e diretto da Gianni Ippoliti
"Amo il Settecento. A dire il vero, non è tanto che io ami il Settecento, amo Diderot. E per essere ancora più sincero: amo i romanzi di Diderot. E ancora più precisamente: amo Jacques le Fataliste in cui si respira a pieni polmoni lo spirito della modernità occidentale concentrato in più alto grado e che là si trova in quel festino dell' intelligenza, dello humour e della fantasia..."
Così scrive Milan Kundera quando nel 1968, di fronte all'occupazione sovietica del suo Paese, scrive il suo Jacques, ovvero... le Fataliste che intrattiene il suo padrone nel lungo viaggio della radiografia dell'essere. Ed è questo che sono chiamati a portare i giovani della compagnia elbana dei Tappezzieri, martedì 18 febbraio al teatro dei Vigilanti.
Si tratta della commedia "Jaques e il suo padrone", di Milan Kundera, uno spettacolo nel quale ogni singolo personaggio racconta la sua storia all'altro, che a sua volta racconta la sua... e così via, tutti, tra l'altro, interrompendosi a vicenda (un po' come avviene nella vita, purtroppo).
La tecnica dominante quindi, in ciascuna delle singole storie, è il dialogo che tocca, tra l'altro, vette di alto virtuosismo. Ed ogni storia raccontata al presente.
La regia e le scene sono di Paolo Ferruzzi mentre gli interrpeti sono Franco Boschian (il padrone), Franco Giannoni (Jacques), Giovanni Mortula (Il Cavaliere), Cristina Villa (Aghata), Enrica Zetti (Justine), Anselmo Bisso (Bigre padre), Massimo Maranca (Bigre figlio), Giuliana Berti (Ostessa), Emilio Costa (Il Marchese), Silvia Sovrano (La figlia), Isa Mari (La madre), Michela Bisso (la Servetta).
Sabato 15 invece il Vigilanti ha proposto un appuntamento importante che ha avuto un significativo successo. Era "Il grande Kean" tratto da "Kean Genio e Sregolatezza" di Alexandre Dumas, interpretato dallo stesso direttore artistico del teatro elbano, Andrea Buscemi, e diretto da Gianni Ippoliti.
Ci è stata presentata la storia di Edmund Kean, attore di genio assurto a simbolo del Teatro stesso, una delle figure più carismatiche della storia delle scene, immortalato da Dumas nel famoso binomio "genio e sregolatezza". Già Gassman e poi Proietti hanno reso onore in Italia alla sua figura attraverso grandi e memorabili interpretazioni, e l'argomento non ha smesso di interessare per le intense suggestioni emananti da una figura così affascinante.
Il grande attore inglese rinnovò la scena britannica ed europea, due secoli fa, introducendo una rivoluzionaria recitazione realistica, dinamica, capace di esaltarsi soprattutto nei grandi ruoli shakespeariani. Uomo ricco di ideali grandezze e malato di debolezze madornali, possedeva tutte le qualità, nel bene e nel male, per lasciare dietro di sé una scia di leggenda. |