Portoferraio ha proposto, nella serata di sabato 22 marzo, l'attesa rappresentazione di "Benvenuti in casa Gori", che ha portato sul palcoscenico del Teatro dei Vigilanti l'attore toscano Alessandro Benvenuti, uno dei personaggi più attesi della stagione teatrale invernale del comune del capoluogo.
Attore consacrato al grande pubblico dalla Tv e dal cinema già dai tempi dei Giancattivi (1984), che lo resero noto insieme a Francesco Nuti ed Athina Cenci, Alessandro Benvenuti ha poi seguito i suoi personali percorsi che lo hanno portato ad affermarsi a tutto tondo nel campo della recitazione.
Il testo di questo spettacolo, divenuto uno dei più noti del teatro toscano di questi anni, è stato scritto a quattro mani dallo stesso Benvenuti e da Ugo Chiti nel novembre del 1986. Lo spettacolo nella sua forma definitiva ha invece debuttato al teatro Degli Animosi di Carrara il 31 gennaio del 1988.
"Benvenuti in casa Gori" è la cronaca di un pranzo di Natale accaduto il 25 dicembre del 1986 in casa della famiglia Gori, domiciliata in Pontassieve, un grosso centro non lontano da Firenze.
Quel giorno si trovarono riuniti dieci commensali: l'ormai novantenne Annibale Papini, Gino Gori, il capo famiglia, sua moglie Adele, suo figlio Danilo con la fidanzata Cinzia , Bruna, secondogenita di Annibale, Libero, suo marito, Sandra, la loro figlia, Luciano, il marito di quest'ultima, e la piccola Samantha, di due anni, frutto del matrimonio di Sandra e Luciano.
Inoltre, via etere, avrebbe dovuto essere presente anche Carol Woityla ma quel giorno il Pontefice, strano a dirsi, si fece attendere in televisione più del dovuto. E fu proprio aspettando l'Urbi et Orbi papale che i dieci, in mancanza di un'alternativa ragionata, non poterono fare a meno di ingannare il tempo tirando fuori il catalogo dei loro problemi esistenziali. Che non fossero tutte rose e fiori apparve subito chiaro.
"Per un fortunato caso - racconta Alessandro Benvenuti - quel Natale mi trovavo davvero a Pontassieve in visita alla famiglia Gori. Fu così che alle prime avvisaglie dell'insolita piega che stava prendendo quella strana giornata, pensai bene, come certi vampirelli talvolta usano fare, di prendere qualche appunto".
"Successivamente - ricorda ancora Benvenuti - riportai ciò che avevo udito all'amico Ugo Chiti e assieme, più o meno rispettosi degli ispiratori, abbiamo cercato di raccontare anche a voi quello che altri involontariamente avevano raccontato a noi". |