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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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No alla riforma Moratti dall'Itcg Cerboni
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Pubblichiamo un documento del personale, docente e non docente, impegnato presso l'Itcg Cerboni, sugli sviluppi attuali della riforma Moratti. Quello che vi si legge è un rifiuto deciso della concezione di scuola e di istruzione contenuta nella contestata visione del ministro
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Il personale docente e non docente dell'Itcg "Cerboni" di Portoferraio rende pubblica la sua piena adesione alle manifestazioni di protesta contro la riforma Moratti, che vedono protagoniste, in questo periodo, tutte le componenti delle scuole materna, elementare e media inferiore; in particolare i genitori del Comprensivo "Pascoli" di Portoferraio.
Per questi ordini di scuola infatti la riforma voluta dal ministro ha comportato un deciso balzo all'indietro nel tempo, annullando con un netto colpo di spugna gli evidenti, anche se non ancora omogenei, progressi nella qualità sia della didattica sia, più in generale, del servizio socio-culturale, inteso come cardine portante della società.
I suddetti decreti, contrariamente a quanto dichiarato dal ministro Moratti in consessi a lei sicuramente favorevoli, hanno tolto lo studente dal "centro" del sistema d'istruzione, in quanto le priorità di fondo della riforma sono ben altre: il taglio delle risorse, che interessa anche altri servizi sociali chiave (si pensi alla sanità!), una redistribuzione delle risorse residue tra scuola pubblica e scuola privata, che vede la prima fortemente penalizzata.
Adesso si attendono i decreti attuativi per la scuola superiore. E qui i timori sono ancora più forti, visto che la commissione al lavoro (o le commissioni?) sta operando in maniera tutt'altro che trasparente, senza alcun significativo confronto (anteriore alle scelte!) con le varie componenti della scuola. E' certo comunque che l'obbligo scolastico viene ridotto di un anno e che scompariranno gli istituti tecnici, assorbiti, in un clima di grande incertezza o dal sistema liceale o da quello della formazione professionale a gestione regionale.
Gli studenti, che adesso, all'uscita del nostro istituto, possono scegliere di utilizzare il diploma per l'accesso alla professione o per l'ingresso all'Università, si troveranno in situazioni molto diverse, a seconda che gli istituti tecnici siano destinati ad essere inseriti in un canale o nell'altro: o si troveranno con un diploma liceale spendibile solo per l'ingresso all'università o con un diploma quadriennale di qualifica professionale, e solo la frequenza aggiuntiva di un non meglio precisato quinto anno integrativo potrà farli accedere agli studi universitari.
Verrà quindi cancellato quindi il patrimonio degli istituti tecnici, che hanno finora garantito un adeguato livello di cultura generale e professionale; al termine della scuola media inferiore i ragazzi saranno chiamati a prendere una decisione impegnativa per il loro futuro: avviarsi al mondo del lavoro, visto che i diplomi e le qualifiche professionali potranno essere conseguiti in alternanza scuola-lavoro o attraverso l'apprendistato, oppure continuare la formazione culturale nel sistema liceale. Il passaggio dall'uno all'altro sistema, sebbene previsto, appare oggettivamente irto di difficoltà.
Gli effetti della doppia canalizzazione verranno ulteriormente accentuati dalla nostra situazione di insularità, visti i maggiori costi che le famiglie devono sostenere per mantenere i ragazzi nelle sedi universitarie; per molti dei nostri studenti l'unica scelta forzata sarà quindi quella della formazione professionale regionale, che non potrà certo garantire gli attuali standard di istruzione forniti dagli istituti tecnici, con un impoverimento del capitale culturale e umano della nostra isola.
Quella che si prospetta, quindi, non sembra essere più una scuola superiore unitaria nella sua logica culturale, anche se adeguatamente articolata sul piano della formazione. Sarà invece probabilmente una scuola pubblica meno interessata a favorire l'integrazione di ogni diversità (si pensi ai tagli previsti per gli insegnati di sostegno), meno attenta alle esigenze dei genitori lavoratori (che fine farà il tempo pieno nelle scuole di grado inferiore?), meno propensa a formare cittadini "pensanti".
Il personale dell'Istituto Cerboni, pertanto, si pone in stato di mobilitazione permanente, finalizzata a seguire con attenzione critica le vicende normative della riforma e ad intraprendere ogni azione di protesta che si dovesse rendere necessaria per contrastare scelte ritenute dannose alla costruzione di una scuola pubblica libera e pluralista nelle idee. In questa loro iniziativa i docenti si collegano con le rappresentanze sindacali dell'Istituto, con le altre componenti interne e con i rappresentanti di tutte le istituzioni scolastiche presenti nel territorio elbano.
Il personale dell'Itcg "Cerboni" di Portoferraio |
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