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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Un canile abusivo a Calamita
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Non c'è davvero limite alla fantasia di certi nostri concittadini. In pieno Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano è stata scoperta un'area nella quale era stato realizzato un canile abusivo. Era stile lager, e sembra che venisse usato (da elbani) solo nella bella stagione magari per sistemarci cani divenuti, in estate, ingombranti o inutili
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Quello scoperto dai Ragazzi del canile e Legambiente è veramente un canile singolare, nato non si sa come né perché sul promontorio di Calamita, in Pieno Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e nel Comune di Capoliveri.
Quasi un brutto scherzo ed una sfida al sindaco capoliverese Barbetti che, fino a pochi giorni fa, del Parco era commissario straordinario. Il canile fantasma si trova lungo la strada di crinale che dal radiofaro della Aeronautica porta alle Torricelle, in direzione della spiaggia di Remaiolo.
Sul lato destro, quasi a ridosso delle Torricelle, è stata aperta abusivamente una strada carrabile per creare, dopo una trentina di metri, uno spiazzo di circa 300 metri quadri, tagliando la vegetazione di macchia mediterranea e mimose.
Una parte abbondante dello spiazzo appare destinata alle manovre dei mezzi (o a un prossimo ampliamento del canile?) l'altra parte è stata adattata a canile. Le cucce sono 6 in tutto, ancorate con cavi di acciaio alla rete metallica sostenuta da pali di legno infilati nel terreno; le rozze casette poggiano su pancali e hanno il tetto in lamiera.
Ogni cuccia abbandonata è ancora dotata di una catena lunga un metro, di una scodella per il cibo e di una ciotola per l'acqua. Una delle cucce appartiene o è appartenuta ad un certo " Laki" (dal nome del cane forse sarebbe abbastanza agevole risalire al padrone). Il tutto appare in perfetto "ordine" e pronto ad ospitare di nuovo i cani. Non c'è un filo di ombra sopra le cucce, le mimose attorno sono distanti e basse.
La strada di crinale è molto frequentata da bikers ed escursionisti, ma non nell'ultima estate, troppo calda per quelle salite. Solo in questi giorni abbiamo saputo che la presenza di qualcosa di strano nella zona era già stata segnalata durante la scorsa estate da alcuni turisti che avevano sentito i cani ospiti latrare ed abbaiare, per accorgersi che gli animali erano sotto il sole rovente, costretti da catene corte in cucce rese incandescenti dalle coperture di lamiera e senza acqua. I turisti stessi avevano portato acqua e cibo alle bestie per più giorni, cercando informazioni e un aiuto che non hanno trovato.
Le condizioni degli animali, fuori custodia e senza protezione, a catena corta senza acqua - evaporata sotto il sole - impossibilitati alla fuga in caso di incendio in un'area già devastata dal fuoco nel 1998, configurano il maltrattamento, che con le nuove leggi nazionali e regionali è considerato reato penale, punibile con il carcere, ma anche la realizzazione del canile e dell'accesso e il taglio della vegetazione configurano numerosi abusi riguardanti il Parco Nazionale e la normativa sugli incendi.
Non sappiamo se il canile abusivo dentro il Parco Nazionale abbia ospitato cani da caccia, inutilizzati in estate con la stagione venatoria chiusa, oppure cani di proprietari di case la cui presenza può recare molestia ai turisti a cui vengono affittati gli appartamenti e che per questo hanno "parcheggiato" gli animali nel canile abusivo, che però appare abbandonato da pochissimo tempo, come se la permanenza si fosse rivelata una comoda sistemazione per i padroni.
Le condizioni in cui si trova ora la struttura appaiono di stand by, pronta di nuovo all'uso e con tutto il necessario. Ovviamente quelle che hanno costruito questo canile lager sono persone che conoscono bene l'area e la possono frequentare senza che nessuno si faccia troppe domande.
Legambiente e I Ragazzi del canile chiedono che il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano ed il Comune di Capoliveri intervengano immediatamente per rimuovere il canile di Calamita e per individuare chi lo ha realizzato e chi vi ha letteralmente imprigionato alcuni cani. Forse qualcuno ha preso troppo sul serio l'idea balzana di realizzare il canile comprensoriale proprio a Calamita.
Tuttavia fatti come questo rendono sempre più necessaria la realizzazione di un canile Elbano, per evitare sofferenze agli animali ma anche per dare un servizio all'intera isola ed evitare barbari abusi come quello commesso nel cuore di un Parco Nazionale. E' veramente finito il tempo delle chiacchiere e delle promesse.
I Ragazzi del canile
Legambiente Arcipelago Toscano |
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