|
Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
|
|
Si contano... gli alberi della morte
|
|
Si contano... gli alberi della morte<BR>Tranquilli, niente di macabro né di tragico. Parliamo infatti del Taxus baccata, o tasso, un albero che si è meritato quel nomignolo in quanto i suoi semi sono velenosi. E' presente anche all'Elba e Legambiente organizza delle escursioni per contarne gli esemplari che sono presenti alle pendici del Monte Capanne</P><P>25 aprile a passeggio sui monti elbani con Legambiente. Si tratta di una escursione organizzata dal circolo elbano del Cigno verde, per altro con uno scopo ben preciso: contare i tassi del Capanne. Parliamo dell'albero Taxus baccata, specie arborea della quale gli ambientalisti dell'isola vogliono fare un vero e proprio censimento.</P><P>Il ritrovo ci sarà il 25 mattina, dalle 9 in poi, presso il piazzale di Monte Perone. Per le 9,30 è invece prevista la partenza del percorso di crinale, riservato agli escursionisti esperti e guidato da Andrea Tozzi (tel: 0565939206, e-mail: animalhouse@supereva.it). Alle 10 invece prenderà il via il percorso valle della Nivera (per tutti) guidato da Umberto Mazzantini (tel: 0565904353, e-mail: legaisole@hotmail.com).</P><P>Per consentire una buona organizzazione dei due gruppi Legambiente Arcipelago Toscano raccomanda gli interessati di comunicare la loro adesione per tempo e di partecipare equipaggiati con scarpe da trekking, pantaloni lunghi, cappellino, acqua e cibo.</P><P>Il tasso (Taxus baccata) è detto anche "albero della morte" per la presenza nelle parti vegetative della pianta di un potente veleno la tassina, di cui sono privi soltanto gli arilli. Questa pianta, molto longeva e largamente piú diffusa in passato, può raggiungere anche 2.000 anni di età. Nel Terziario era uno dei più diffusi e tipici componenti delle foreste montane sempreverdi, assieme all'agrifoglio, in un clima notevolmente più umido e caldo dell'attuale.</P><P>I Tassi selvatici ancora presenti all’Elba sono ciò che resta di quell’era e di quelle antiche foreste che ricoprivano l’isola. I greci la bruciavano nei riti funebri come pianta del lutto e dell'aldilà. Questo albero sempreverde è infatti considerato, fin dai tempi antichi, come simbolo della vita eterna tanto che in Europa occidentale veniva piantato con i cipressi e l'edera nei cimiteri.</P><P>Ma, per il suo veleno, il Tasso è anche l'albero del terrore, l suo nome deriva da Taxon, che in greco significa freccia e molto probabilmente freccia avvelenata, per il suo veleno che lo ha circondato di leggende (come quella di Lucrezia Borgia), tanto che si credeva bastasse dormirci sotto per morire avvelenati. Nell'Elba occidentale, in particolar modo a San Piero e Sant'Ilario, durante la Settimana Santa si ornavano gli altari delle chiese con fronde di Tasso.</P><P>E' un albero alto al massimo 15 - 18 metri e che può raggiungere considerevoli dimensioni in diametro. E’ diffuso nei boschi d' Europa, Nord Africa e Asia Minore, dove si associa con latifoglie. Il Tasso è conosciuto ed usato dall'uomo fin dalla Preistoria, il suo legno forte, pesante ed elastico, veniva usato per costruire palafitte e per fabbricare archi anche nell'antico Egitto, ancora oggi è ricercato per lavori di ebanisteria e anche per scultura, se trattato con sali di ferro assume un bel colore nero. </P><P>E’ una pianta dioica, cioé esistono individui con fiori o solo maschili o solo femminili, e da questi ultimi maturano in autunno i semi, che sono circondati da un involucro scarlatto (Arillo) appetito dagli uccelli. La si trova sia come arbusto che come albero, sempreverde, con tronco normalmente breve e fortemente conico, raramente indiviso, con numerose costolature.</P><P>La chioma è verde scura, di forma tozza e piramidale. La corteccia è di colore rosso bruno, liscia, e si desquama con l’età in placche sottili leggermente rilevate. Le foglie sono aghiformi, persistenti, appiattite, di 12 - 35 mm per 2 - 3 mm, verde scuro e lucido sulla pagina superiore, verde più chiaro con sfumature giallastre su quella inferiore. Le foglie ed i rametti sono velenosi</P><P>Le strutture riproduttive maschili sono date da piccoli coni globosi posti nella parte inferiore dei rametti; le strutture femminili invece sono isolate e, alla base delle foglioline (fioritura da gennaio ad aprile) sono costituite da uno sporofillo carnoso gemmiforme verde.</P><P>L'arillo è coppa carnosa che matura ad inizio autunno, rosso brillante, dolciastro, è commestibile, se si ha cura di non masticare i semi che sono velenosi. Questi sono ovoidali, nerastri, lunghi 5 - 7 mm e si trovano avvolti nell'arillo.<BR> |
|
|
|
|