|
Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
|
|
Toscani felici ma insicuri
|
|
Toscani felici ma insicuri<BR>La fotografia della Toscana secondo il Censis. La nostra regione sembra in questi anni essere felice ma anche preoccupata di perdere le sue sicurezze. I toscani comunque sembrano sapere di avere le risorse per reagire e scongiurare i rischi di immobilità. Urgente potenziare le conoscenze per competere a livelli più alti</P><P>Una Toscana che mantiene un elevato livello di benessere e una consapevolezza diffusa della sua buona qualità della vita, la cui felicità potrebbe però alla lunga essere insidiata dalla paura di perdere gli innegabili vantaggi acquisiti. Una paura che non può e non deve costituire un deterrente, una tentazione a vivere di rendita, un freno alla sua capacità di investire sul futuro.</P><P>Questo, in estrema sintesi, quanto emerge dal terzo Rapporto sulla situazione sociale della Toscana elaborato dal Censis per conto dalla Regione e presentato oggi al Palaffari dal direttore generale Giuseppe Roma. </P><P>"Il Rapporto gioca su una possibile contraddizione fra sicurezza e insicurezza - commenta l'assessore all'istruzione, formazione e lavoro Paolo Benesperi - e la lettura dei dati indica che, proprio in questa fase difficile, la Toscana mostra di avere notevoli riserve di energie, solo parzialmente esplorate, che le consentono di guardare con una buona dose di ottimismo al futuro".</P><P>In particolare, il rapporto mette in luce le principali sfide per affrontare le quali la nostra regione si deve attrezzare con urgenza. "La più importante - prosegue Benesperi - è la necessità di aumentare le competenze, investire in ricerca e innovazione, moltiplicare le eccellenze. Conoscenza e ricchezza saranno sempre più legate e la Toscana, per l'alto livello della sua offerta formativa, per ingegno, creatività, fantasia, dispone delle risorse adeguate per raccogliere la sfida. E' però strategico accrescere gli investimenti dei toscani sui livelli alti di istruzione. Solo così sarà possibile attivare un nuovo circuito di vitalità socio-economica, vincendo quella che i ricercatori definiscono la 'devitalizzante' paura di non crescere".</P><P>Felici, preoccupati ma anche ottimisti Il 49,8% dei toscani si dichiara poco o per niente sicuro sul piano economico. L'insicurezza appare più diffusa fra le donne (17,4%), fra i 30-44enni (15,9%), fra i possessori di basso titolo di studio, nelle province di Firenze (17,7%), di Siena (16,5%) e Pisa (16,4%). Le incertezze convivono però con la felicità: l'82,1% degli intervistati si sente, comunque, felice. Non a caso il 65,4% dei toscani (+3,1%) rispetto al 2003, si sente ottimista e fiducioso rispetto al futuro della propria regione. Un altro dato positivo: il 70% dei toscani ritiene che sia importante darsi da fare per continuare a vivere bene. </P><P>Propensione localista C'è un rinnovato interesse per abitudini, storia, identità locali. Più sentita in alcune province come Arezzo, Livorno, Grosseto e Pisa. Ciò ha risvolti positivi per quel che riguarda la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e delle comunità locali - le piccole comunità sono apprezzate soprattutto per i ritmi di vita meno stressanti (30,6%) e la solidarietà diffusa (21,9%) - anche se non manca qualche rischio di eccessiva competitività fra i territori e localismo esasperato.</P><P>Competenze per competere Dalle interviste emerge un paradosso: un tessuto produttivo mediamente poco qualificato, a fronte di una offerta formativa di pregio. In Toscana ci sono Università, Scuole prestigiose come la Normale e Sant'Anna, centri di ricerca e un buon sistema dell'istruzione (il 70% esprime un giudizio positivo sugli insegnanti, il 63,2% sugli edifici scolastici, il 61,5% su mense, trasporti, biblioteche).</P><P>Ma, nonostante la buona qualità della scuola e le eccellenze nell'alta formazione, non è ancora sufficiente la diffusione della conoscenza e della ricerca applicata alle imprese del territorio. E' significativo a questo proposito che solo il 16% dei toscani associ elevato capitale culturale ad elevato benessere economico. Tuttavia il 59% dei toscani pensa che le condizioni socioeconomiche dei figli sarà migliore della propria. </P><P>Toscana superstar su Internet Oltre 6,5 milioni di documenti (al 15 ottobre) è la massa documentaria relativa alla Toscana disponibile su Internet e individuata tramite Google: è una cifra di molto superiore, secondo il Censis, a quella relativa a qualsiasi altra regione italiana. Testimonia l'apertura della Toscana al mondo. </P><P>Le sfide della globalizzazione Il 53,9% dei toscani considera sempre più gli immigrati una risorsa (nel 2001 il 45,3%; nel 2003 il 55,1%). Per contro, il 71% dei toscani ritiene che le imprese e i territori si sono fatti trovare impreparati di fronte alla nuova concorrenza internazionale (Cina, ecc). Quanto alla propensione ad investire sul futuro, emerge, soprattutto nella fascia di età degli over 50, una scarsa tendenza ad affrontare un nuovo ciclo di rischi o di impegni. Una stanchezza che può essere superata grazie a nuove generazioni imprenditoriali e dando maggiore spazio a creatività e innovazione. Già, ma come si vedono le nuove generazioni? </P><P>I giovani La ricerca segnala che il 31,3% dei giovani considera la Toscana una regione a benessere diffuso dove, però, c'è poco spazio per la creatività individuale e l'innovazione. Quasi il 57% dei giovani si dichiara sicuro o abbastanza sicuro dal punto di vista economico, anche se il 22% di quelli con meno di 29 anni non ha mai svolto un lavoro retribuito, mentre quasi la metà desidera prolungare la permanenza in famiglia.</P><P>Nel complesso, il 70% di loro si dichiara ottimista e il 58,3% rifiuta l'affermazione che i giovani toscani non hanno voglia di lavorare e sacrificarsi come le precedenti generazioni. E la famiglia? E' ancora una "tana" dove si resta il più a lungo possibile anche se è vista, dal 63%, dei giovani come eccessivamente protettiva e deresponsabilizzante.</P><P>(B. C.)<BR> |
|
|
|
|