"Artuà", E' questo il titolo dello spettacolo che si è tenuto il 24 e 25 febbraio al teatro dei Vigilanti, messo in scena, con la regia di Manola Scali, dalla Compagnia "Il Carro di Tespi" del carcere di Porto Azzurro.
I detenuti oltre a recitare nei panni di loro stessi, hanno dato vita al copione con la collaborazione dei loro insegnanti (tra cui la professoressa Licia Baldi), alcuni dei quali svolgono volontariato al carcere, dando così ai reclusi l'opportunità di dedicarsi ad attività che li arricchiscono, rompendo la monotonia della loro vita.
La mattina del 25 hanno assistito allo spettacolo gli alunni delle classi quinte di tutti gli istituti superiori dell'isola, che, partiti pieni di pregiudizi, si sono poi lasciati trasportare e catturare dalle vicende recitate da questi attori improvvisati, che hanno saputo regalare loro sensazioni ed emozioni profonde che spesso nemmeno i veri attori sanno dare.
Attraverso questo spettacolo, i carcerati hanno voluto far capire agli interlocutori, come vivono adesso la loro vita, sottoposti a rigidi regolamenti, nell'attesa di ricevere una visita troppo breve, una lettera, una telefonata dai loro cari, aspettando che la giornata passi e che ne ricominci un'altra uguale alla precedente, aspettando quel fatidico giorno che ridarà loro la libertà.
Nella recita, alla fine, a uno dei protagonisti vengono concessi cinque giorni di permesso per andare a trovare i suoi familiari, grazie alla buona condotta tenuta durante la sua permanenza in carcere, e durante il viaggio incontra due ragazze prevenute nei suoi riguardi, simbolo di una società pronta a puntare il dito e a giudicare.
Gli "attori" per poter rappresentare liberamente il loro spettacolo, hanno dovuto sacrificare i giorni di licenza a loro concessi, invece di andar a trovare i loro parenti, affrontando inoltre con molto coraggio anche un giovane pubblico difficile da conquistare, ripagati però alla fine da un grande successo e da un applauso pieno di calore.
Elisa Bisso
Veronica Aprea |