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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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WWF: il nostro peso... sull'ambiente
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Un cittadino italiano occupa una superficie di pianeta pari a 8 campi di calcio, un cittadino americano arriva a "invadere" 18 campi di calcio, al contrario di un cittadino eritreo che occupa solamente 0,35 ettari, metà campo di calcio.
Questi i dati sull' "impronta ecologica" proposti dal WWF in occasione della giornata mondiale dell'ambiente proclamata per il 5 giugno dall'Unep, il Programma ONU per l'Ambiente. Dallo studio del WWF risulta chiaro che il consumo di capitale naturale, che sta minando le basi stesse della sopravvivenza della specie umana, avviene a discapito dei Paesi più poveri.
Gli attuali stili di vita dei Paesi ricchi sono infatti tali solo perché i Paesi più poveri compensano, con i loro bassissimi consumi, la richiesta di capitale naturale. L'ingiustizia di questa situazione appare in tutta la sua evidente drammaticità imponendo radicali cambiamenti nei comportamenti di tutti.
Un messaggio lanciato a meno di tre mesi dal Summit sullo Sviluppo Sostenibile di Johannesburg, in Sud Africa (26 agosto - 4 Settembre), nel quale si imporranno scelte epocali per risolvere il problema della povertà arrestando, nel contempo, il degrado del Pianeta: i lavori negoziali preparatori, però, dimostrano palesemente quanto la risposta politica sia inadeguata.
L'impronta ecologica rappresenta la superficie necessaria per produrre un bene, per utilizzarlo e per smaltirlo (se rifiuto), in altre parole misura la quantità di natura (espressa in ettari pro capite all'anno) che utilizziamo. Il calcolo dell'impronta ecologica consente di conoscere la superficie di pianeta utilizzata da ciascuno di noi ogni anno in base alle proprie abitudini e consumi.
Naturalmente in realtà l'impronta non coincide con un territorio definito essendo territori e risorse usate dalla maggior parte dell'umanità distribuiti su tutta la superficie del pianeta. Nel "Living Planet Index 2000" il WWF ha fatto una vera e propria classifica dell'impronta, cioè dell'impatto di tutti i Paesi del mondo.
Il Nord America risulta essere la regione a maggiore impronta ecologica (11,77 ettari/ procapite). In particolare l'impronta ecologica degli Stati Uniti è pari a 12,22 ettari/procapite mentre quella del Canada risulta essere di 7,66 ettari/procapite. Segue l'Europa Occidentale che registra un'impronta ecologica di 6,28 ettari/procapite.
Tra le nazioni europee Danimarca e Finlandia sono quelle a maggiore impatto ambientale (rispettivamente 9,88 e 8,45 ettari/procapite). Al secondo posto Svezia e Francia con un'impronta ecologica sui 7,5 ettari/procapite, seguite da Norvegia, Svizzera, Regno Unito e Germania che registrano un'impronta ecologica sui 6,5 ettari/procapite.
Italia, Grecia, Spagna, Austria, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio-Lussemburgo vanno un po' meglio, pur attestandosi tra i primi , con un'impronta ecologica che oscilla sui 5,5 ettari/procapite. Nella classifica dell'impronta ecologica planetaria, dopo l'Europa occidentale si posiziona l'Europa Centrale e Orientale (con un'impronta ecologica di 4,89/ettari procapite) seguita da Medio Oriente e Asia Centrale(con un'impronta ecologica pari a 2,73 ettari/procapite).
Si noti che in Medio Oriente è presente il Paese a più elevata impronta ecologica del mondo, registrando gli Emirati Arabi un'impronta ecologica di15,99 ettari/procapite. Al quinto posto troviamo l'America Latina e Carabi (con un'impronta ecologica di 2,46 ettari/procapite).
In America Latina le nazioni a maggior impatto ambientale risultano essere l'Uruguay e l'Argentina (rispettivamente 4,91 e 3,79 ettari/procapite), mentre quella a minor impatto ambientale risulta essere Haiti (0,78 ettari/procapite).
Al sesto posto troviamo la Regione Asiatico-Pacifica con un'impronta ecologica media di 1,78 ettari/procapite anche se si registrano evidenti disparità. Singapore, Nuova Zelanda e Australia si distaccano registrando un'impronta ecologica rispettivamente di 12,35, 9,54 e 8,49 ettari/procapite (si noti l'impronta ecologica di Singapore che è addirittura pari a quella degli Stati Uniti).
Segue Hong Kong che, a differenza del resto della Cina, registra un'impronta ecologica di 7,14, il Giappone che registra un'impronta ecologica di 5,94 ettari/procapite e la Corea del Sud la cui impronta ecologica è di 5,60 ettari/procapite. Paesi come il Bangladesh, la Cina, l'India, l'Indonesia e il Pakistan si assestano invece su un'impronta ecologica che oscilla tra 0,5 e 2 ettari/procapite.
Infine l'Africa risulta essere il continente con una minore impronta ecologica (si è stimata una media di 1,33 ettari procapite). Tranne la Libia che si distacca registrando un'impronta ecologica di 4,36 ettari procapite, tutti gli altri paesi sembrano assestarsi su di un ettaro procapite.
In particolare l'Eritrea risulta essere il paese a minore impronta ecologica del mondo (0,35 ettari/procapite). Il concetto di impronta ecologica è molto innovativo, e si sta affermando a livello mondiale in quanto permette di quantificare il nostro impatto sul pianeta e di conseguenza fornisce un punto di partenza per poter andare verso una maggiore sostenibilità.
Il WWF Toscana ha organizzato anche un incontro sul tema della Impronta Ecologica.
WWF Italia |
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