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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Colata a mare - Analisi di Elba 2000 sulla gestione dei nostri litorali
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Quale valore ha, dal punto di vista urbanistico e ambientale, la vicinanza del mare alle strade e alle piazze dove l'uomo vive e svolge le propria attività? Potremmo dire che se la vicinanza al mare è un valore questo aumenta proporzionalmente alla vicinanza. Non sarà necessario citare città che traggono il loro particolare fascino proprio da questa vicinanza.
Non c'è dubbio, per esempio, che il fascino della darsena medicea nasca dal fatto che le facciate del fronte mare sembrano immergersi nell'acqua; dunque, boutique, bar, caffè, librerie si trovano a pochi metri dal mare, così come a pochi metri dal mare si trova la calata, utilizzata come luogo di passeggio, incontro e aggregazione sociale.
Ma il valore della vicinanza al mare sembra purtroppo un valore fragile, perché non difeso da nessuno. Qualche decennio fa l'allargamento della parte iniziale della calata Mazzini (lato Molo Gallo), pare per creare spazi ai mezzi militari, ha costituito una grave compromissione di questo rapporto.
In verità, non è stato l'unico caso. La banchina di alto fondale, utilissima per le navi da crociera, oltre ad avere allontanato il mare dalle fortezze, ha sacrificato anche una spiaggetta su cui sorgevano due palme adesso immerse nel cemento. Il porto acquista in spazio e perde in fascino. Ambedue necessari per fare turismo. C'è da chiedersi dove sia il giusto momento di equilibrio e fino a che punto le necessità di vario genere continuino a renderlo sempre più precario.
Il problema si ripropone, adesso, con i nuovi lavori che inizieranno sul porto: essi sposteranno la banchina a mare di alcuni metri per guadagnare spazio al traffico veicolare. Si tratterà, sembra, di lavori tesi ad aumentare lo spazio utile alle manovre di preimbarco di auto e autotreni.
Per avere questa maggiore agibilità si costruirà un filo banchina con uno sviluppo di 115 metri e si sottrarrà al mare uno spazio di 3.800 metri quadrati. Per fare questo saranno necessari quasi due anni di lavoro e una spesa prevista (per il momento) di 2 milioni di Euro.
Dovremmo tutti chiederci, in prospettiva, cosa vogliamo fare di questa città. Dovremmo chiederci se Portoferraio dovrà essere condannata per sempre ad essere l'unico porto dell'Elba e quindi l'unico snodo viario su cui vanno a concentrarsi tutti i problemi. Se non sarebbe invece più giusto distribuire il traffico in altri porti come quelli di Cavo, Rio Marina e Porto Azzurro.
Ciò produrrebbe, tra l’altro, l’innegabile vantaggio di decongestionare anche il traffico viario. Ci dobbiamo pure chiedere se, in attesa che questa distribuzione avvenga, alcune difficoltà per incolonnare auto concentrate in periodi limitati dell'anno, quelli dell'altissima stagione, debbano essere risolte con una colata di cemento che rovina e distrugge bellezza e denaro.
Non vi è dubbio che Portoferraio, che ancora porta evidenti le ferite dell'arretratezza culturale del dopoguerra, con i suoi mezzi grattacieli, e quelle più recenti come la manomissione del profilo delle fortezze per costruire una scala, rimane con le sue ricchezze storiche e ambientali un luogo di grande fascino. Portoferraio deve dunque pensare di più alla propria immagine se vuole inserirsi come soggetto attivo nell'industria turistica.
Elba 2000 - Movimento in difesa dei diritti elbani |
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