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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Dalla Toscana la battaglia per l'impresa etica
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E' una autentica rivoluzione culturale quella che la Toscana, prima regione in Europa, ha deciso di sostenere favorendo l'adozione della certificazione SA 8000. Se ne è parlato nel convegno 'Fabricaethica' che si tenuto nei giorni scorsi a Firenze, al Palacongressi.
Prima di dare conto dei lavori congressuali merita però sottolineare come la nostra regione abbia deciso di concedere un sostegno diretto alle piccole e medie imprese toscane che intendono acquisire questa certificazione di responsabilità sociale.
Le risorse complessive, per le zone Obiettivo 2 e in phasing out, ammontano a oltre 28 milioni di Euro che serviranno a finanziare una specifica misura di "aiuti agli investimenti per servizi di consulenza". Per le imprese che non rientrano in queste due zone, la Regione prevederà comunque contributi attingendo dalle risorse del Fondo unico regionale per le imprese.
"Per dare una mano alle imprese che intendono ottenere la certificazione - ha spiegato l'assessore regionale Brenna - abbiamo creato all'interno del dipartimento dello sviluppo economico una linea di intervento per l'eticità dello sviluppo, una struttura che attua le iniziative regionali e svolge funzioni di informazione e assistenza alle imprese che lo richiedono".
Fra le azioni concrete già messe in campo dalla Regione anche la previsione di un sistema che premi le imprese certificate o in corso di certificazione (sia ambientale che sociale) nei futuri bandi per la concessione di aiuti agli investimenti. Ma, spiega Brenna, occorre anche agire sulla domanda.
"I comportamenti - dice l'assessore - di acquisto e investimento di consumatori e istituzioni assumono decisa rilevanza per spingere le imprese ad adottare prassi socialmente responsabili". La scelta della Regione inoltre si accompagna a una riflessione critica sul rapporto fra eticità e produzione e, in particolare, sulla necessità di adattare questo standard alle specificità della Toscana, fatta di piccole e medie imprese.
Fra gli elementi di riflessione, la Regione è interessata, in particolare, alle opportunità che SA 8000 può offrire per promuovere l'integrazione nel mercato del lavoro delle persone esposte a rischio di esclusione.
"La responsabilità sociale delle imprese diventa, in quest'ottica, uno strumento per raggiungere gli obiettivi di coesione e inclusione sociale perseguiti dalla Regione con le sue politiche. L'integrazione delle diverse dimensioni che influenzano i processi di inclusione sociale diventa quindi una necessità per assicurare l'efficienza e l'efficacia della spesa regionale oltre che rappresentare un risparmio nei costi sociali, sanitari e sul fronte della giustizia ".
L'intervento dell'assessore ha aperto l'intensa giornata di lavori congressuali ed ha spostato la discussione in ambito europeo. La prima parte è stata introdotta Dominique Bè della Dg Occupazione della Commissione europea che ha avuto parole di apprezzamento per l'azione della Toscana, sottolineando l'importanza di questa esperienza che avvia concretamente un processo di cambiamento della cultura d'impresa.
Niels Hojensgaard, vice presidente del Centro di Copenhagen (centro ricerca specializzato) ha messo in luce l'esistenza di una rete europea che lavora sui questi temi e sta raccogliendo le esperienze che si sviluppano in Europa. Laurent Van der Maesen, direttore dell'European Foundation on social quality ha sottolineato come la Regione porti avanti, con la sua esperienza, una sfida a livello europeo sull'importanza della qualità sociale.
La discussione si è poi focalizzata sulla norma e le sue implicazioni per uno sviluppo sostenibile a livello europeo. Nella seconda parte sono intervenuti la presidente mondiale della Social accountability international Alice Tepper Marlin che ha stigmatizzato l'esistenza di 350 diversi codici di condotta, elemento critico di cui la Regione Toscana si è fatta interprete nello scegliere, invece, uno standard unico.
Fra i rappresentanti di sindacati europei e Organizzazione internazionale del lavoro, Toni Ferigo, della Fism (federazione internazionale sindacati metalmeccanici) ha suggerito di confrontarsi sui progetti. Nel pomeriggio, hanno tenuto banco i temi del rapporto impresa-territorio, con l'intervento, fra gli altri, dei due distretti toscani che hanno manifestato interesse verso la certificazione: quello pratese del tessile e il distretto conciario-calzaturiero di Santa Croce sull'Arno.
Entrambi i distretti sono ai primi posti in Italia per numero di imprese, addetti e fatturato e stanno già lavorando per ottenere la certificazione SA 8000 per l'intero comprensorio. Il distretto di Prato conta oltre 7.400 imprese, con 44.000 addetti e un fatturato di 8000 miliardi di lire di cui oltre 5000 miliardi legati all'export; Santa Croce conta 1750 imprese, 15.700 occupati per un fatturato di 6000 miliardi di lire di cui 3.346 determinati dall'export.
Ne hanno parlato a Fabricaethica Roberto Rosati, presidente aggiunto dell'Associazione delle comunità tessili europee (che ha annunciato la nascita di un gruppo di lavoro per diffondere la responsabilità sociale fra le imprese del settore), il vicepresidente dell'Unione industriale di Prato Franco Bini e Attilio Gronchi presidente del Consorzio conciatori di Santa Croce sull'Arno.
Per la certificazione i due distretti potranno attingere dal plafond di 11 milioni di Euro messi complessivamente a disposizione dal documento unico di programmazione per le zone in uscita (phasing out) all'Obiettivo 2. Intanto si moltiplicano i contatti da parte di aziende della regione: sono oltre cento quelle che hanno contattato l'assessorato per chiedere informazioni, mentre circa 1200 sono gli accessi al sito del convegno www.fabricaethica.it.
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