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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Legambiente critica il Governo sulla Legge Obiettivo
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"Il viatico per una nuova stagione di debito pubblico e opere interminabili, ecco cos'è il decreto varato dal Governo nei giorni scorsi. Lo Stato si tuffa in una nuova appaltopoli: si torna di gran fretta agli impegni finanziari faraonici senza garanzie da rincari in corso d'opera, senza controllo sugli appalti, senza tutele per l'ambiente".
E' questa la netta condanna del presidente di Legambiente Ermete Realacci sull'ennesimo passo compiuto dall'esecutivo verso l'attuazione della Legge Obiettivo.
"I meccanismi escogitati - ha aggiunto Realacci - per la realizzazione delle grandi opere prestano il fianco a intrusioni malavitose e spianano la strada ad una nuova appaltopoli. Lo Stato, affidando opere ad un General Contractor, rinuncia al controllo sulle varianti in corso d'opera e sui loro costi, che graveranno integralmente sul bilancio pubblico".
Nessun limite dunque, secondo Legambiente, per le concessioni, ai subappalti, e fino al 60% dei lavori potrà essere affidato senza gara, in barba alle indicazioni dell'Ue e alle più elementari regole di mercato.
"I Comuni - sottolinea il parlamentare - verranno esautorati da ogni potere: non avranno diritto di parola fino al progetto definitivo, e comunque la avranno solo su aspetti che non modificano la localizzazione e le caratteristiche essenziali delle opere. Come dire che durante un pranzo si può scegliere il colore delle stoviglie. La Via, intervenendo solo alla fine del progetto preliminare, viene svuotata di ogni significato, e ogni decisione viene rimessa nelle mani del Cipe."
Una Deregulation sfrenata, insomma, secondo il Cigno verde, all'insegna dell'opacità e dell'assoluta perdita di ogni controllo sulla realizzazione delle opere, concepite senza una vera politica dei trasporti. Ciliegina sulla torta la creazione della Infrastrutture Spa.
"Lo Stato - conclude Realacci - potrà indebitarsi per avviare le opere più disparate senza che i debiti così contratti vengano computati nel bilancio pubblico; senza, dunque, incorrere nell'infrazione del patto di stabilità dell'Unione Europea. Conti in regola quindi, ma solo a colpi di bianchetto."
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