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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Un traghetto... chiamato desiderio
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Nuovo intervento, sulle molte disfunzioni del turismo elbano, di Bruno Paternò, operatore turistico egli stesso oltre che opinionista e voce critica del sistema Elba. Nell'intervento che proponiamo di seguito Paternò affronta soprattutto, come ha fatto già in passato, il tema dei trasporti marittimi ed in particolare del servizio offerto dalla Moby Lines.
Ricordiamo anche che egli si era reso protagonista nei mesi scorsi di una iniziativa piuttosto clamorosa, che gli era per altro costata anche una citazione da parte della Compagnia armatrice. Si trattava di una denuncia all'Autorità garante per la pubblicità, un esposto nel quale Paternò metteva in evidenza come, a suo dire, la pubblicità proposta dalla Moby per le sue tariffe non fosse chiara per l'utenza ma anzi fosse di fatto fuorviante, creando non poco disorientamento.
La questione comunque è adesso giunta anche in parlamento dato che i contenuti di Bruno Paternò sono stati ripresi dal senatore Franco Mugnai in una interrogazione parlamentare al Ministro dei Trasporti, proprio su questo tema.
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Stravagante ed oppressiva, burocratica e cervellotica, in perfetta antitesi con il concetto di turismo e di ospitalità la richiesta, per ora vagante e velenosa nell'aria, di imporre un balzello a chi voglia, da noi caldamente invitato , portarsi nell' isola verde & blu. Ma non bastano gli impedimenti che, in perfetta e lucida follia, mettiamo sulla strada degli Ospiti o aspiranti tali? Non bastano le bugie corali di una parte, la peggiore, degli operatori del turismo e le pubblicità ingannevoli di certi armatori traghettuali a dissuadere gli aspiranti Ospiti?
Non bastano i "diritti di prenotazione" che gli armatori impongono a chi vuole garantirsi un posto al sole, pardon sul traghetto, sia per l'arrivo che per la partenza? Anziché premiare quelli che comprano il biglietto in anticipo, li si penalizza con la tassa di prenotazione. Solo una ventina di euro, poca cosa per chi incassa, quisquiglie, pinzillacchere (come direbbe il mai dimenticato Totò, principe De Curtis e torturatore degli stupidi) ma tanti per chi deve pagarli in cambio del nulla e di una prepotenza subita, solo per avere la certezza di poter riconquistare il continente ad un orario prestabilito, sempre che le file del sabato permettano all' ospite di arrivare in tempo debito al porto.
Sarebbe come se gli albergatori facessero pagare un supplemento del 20% sul costo del servizio da rendere per i clienti che prenotano la vacanza. Anziché ringraziare a mani giunte il cliente che si obbliga con la prenotazione, e che paga in anticipo, e che garantisce quindi il flusso di Ospiti (paganti) all'albergo, seguendo questo perverso violento, burocratico e insopportabile atteggiamento, consentito ai Signori del Mare dalla loro prepotenza e faccia tosta, gli albergatori potrebbero tassare, in modo esagerato e senza contropartita alcuna, il loro listino.
Il ristoratore potrebbe chiedere 10 euro per tenerti il tavolo, il barbiere 5 euro per farti i capelli all'ora concordemente prefissata, il dentista 20 euro per tenerti la poltrona. E che dire delle povere peripatetiche che sono costrette a lavorare senza prenotazione? Dovrebbero accontentarsi (si fa per dire) della sola tariffa prevista per la congiunzione carnale protetta senza poter aggiungere una qualche decina di euro al loro mercificato profitto per la prenotazione sessuale.
Con i prezzi dell'alta stagione il costo dei traghetti, rapportati al tempo di navigazione ed alla distanza (ed anche Toremar non scherza) superano di 12 volte il costo del traghetto per la Sardegna, non dimenticando che questa isola, grazie ai suoi attenti uomini politici, ha ottenuto una legge speciale tesa a contenere i costi traghettuali invocando il diritto alla continuità territoriale.
Certamente non possiamo chiedere questo sforzo di fantasia ai politici che si occupano del malessere elbano e del benessere loro. Mi ricordano il motto della Moby per il costo del traghetto: lo chiamano Best Price, il Best (meglio) per loro, il Price (prezzo) per il cliente.
Già per un canile siamo finiti in Consiglio dei Ministri, figuratevi per il diritto alla contiguità; ma sono passi che vanno comunque fatti dai nostri politici dormienti, non importa da quale parte del letto si siano allocati.
Non bastano i costi del traghetto arrivati a limiti insopportabili e vessatori, profittando dell'autentico monopolio esistente di fatto mancando una terza compagnia che possa calmierare prezzi jugulatori ora in atto, monopolio mantenuto anche in modo illiberale ed illegittimo dagli armatori, pubblici e privati?
Non bastano i prezzi ormai altissimi e fuori mercato che gli operatori sono obbligati a chiedere ai loro clienti a fronte di costi del lavoro sicuramente ancora troppo contenuti per chi riceve lo stipendio ma faraonici per chi lo paga gravato cosi è da un fisco vampiresco? E che dire del costo delle utenze e della burocrazia inutile che in ogni pertugio della nostra vita vuole entrare e tutto vede e tutto sa e tutto distrugge?
Ma nessuno fa mai un raffronto con i costi delle destinazioni turistiche mediterranee (e non solo) diverse da quelle italiane? Costano a volte un quarto delle nostre, viaggio aereo compreso!
Non bastano le locandine del giornale Il Tirreno, quelle che "sparano", un giorno si e l'altro pure, che l'acqua non c'è e che quella che c'è è inquinata, e che intanto l'isola sprofonda nelle immondizie? (...In parte è vero, ma sempre in maniera molto più contenuta di come poi effettivamente si legge negli articoli).
Non basta l'assenza dai media (TV e stampa) dell'isola d'Elba, citata solo per squali inesistenti o macchie di petrolio che da 500 metri quadrati diventano 500 chilometri quadrati?
Non bastano gli incendi e gli incendiari? Tutto questo... evidente non basta, quindi mettiamoci anche un bel balzello quale benvenuto, caldo e cordiale. Ma che nessuno dimentichi che il Turista Ospite è come un fiammifero svedese: sfregato una volta non lo sfreghi più.
Bruno Paternò
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