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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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La Regione: siamo europei e mediterranei
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Il problema dei paesi dell'Unione non è quello di scegliere se essere europei o mediterranei, ma di riuscire a essere nel contempo tutti e due.
E' questo l' appello ad essere europei fino in fondo e a non guardare all'Europa con lo strabismo delle propria collocazione e della convenienza geografica di Claudio Martini, presidente della Toscana e della Conferenza delle Regioni periferiche marittime d'Europa. Con esso ha concluso il suo intervento al convegno su "La Regione al centro della costruzione europea", promossa dal periodico "The Economist".La politica mediterranea dell'Europa s'inserisce, secondo Martini, nella strategia del rafforzamento delle relazioni dell'Unione ed è complementare rispetto alla politica dell'allargamento agli Stati dell'Europa centro-orientale. Non a caso Malta e Cipro stanno per fare il loro ingresso nell'Unione allargata e lo stesso percorso, in prospettiva, attende la Turchia.
E, a questo proposito, ha ricordato che l'Europa è il primo partner commerciale dei paesi mediterranei con 53 miliardi di euro di export e 40 miliardi di euro di import di prodotti energetici e di materie prime. E l'euro è destinato a prendere il sopravvento sul dollaro come moneta di scambio in tutto il Mediterraneo.
Ma è il ruolo di città e regioni, secondo Martini, che potrà costituire la chiave di volta per far progredire davvero il partenariato tra paesi dell'Unione e paesi del Mediterraneo, facendo avanzare parallelamente anche i processi democratici e di libertà.
Le Regioni e le collettività locali, ha ricordato Martini, "sono disposte a contribuire efficacemente al rilancio della strategia euromediterranea", che dopo la Conferenza di Barcellona del 1995 ha marcato il passo.
"Se spetta agli Stati fissare i grandi assi di cooperazione tra le due rive del Mediterraneo - ha detto Martini - le collettività regionali e locali devono avere la missione di mobilitare le energie e le competenze per determinarne il successo concreto".
Per Martini si tratta di rispettare finalmente la dichiarazione fin qui disattesa di Barcellona, secondo la quale "le municipalità e le autorità regionali devono essere strettamente coinvolte nel funzionamento del partenariato euromediterraneo".
Per farlo, bisogna però che siano associate in modo più stretto, allo stesso titolo dei partner economici e sociali, delle associazioni di imprese e delle organizzazioni non governative. Solo così potrà essere dato nuovo slancio alla cooperazione decentrata.
Le Regioni, ha ricordato ancora Martini, ritengono che le collettività locali, d'intesa con gli Stati, siano decisive nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi del partenariato euromediterraneo, promuovendo quella partecipazione dal basso che è la molla di queste iniziative e che fino ad oggi è mancata.
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