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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Pianosa: un Bagno (di Agrippa) avvelenato
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Schermaglia istituzionale nei giorni scorsi all'Elba. Protagonisti della vicenda il Parco Nazionale Arcipelago Toscano da una parte e la Soprintendenza ai beni archeologici della Toscana dall'altra. Forse si è trattato di un malinteso, anzi, certamente la Soprintendenza credeva di... "bacchettare" Legambiente, ma tant'è, è successo e se non c'è stato scontro duro quantomeno il Parco ha usato parole taglienti.
Innanzitutto la cronaca dei fatti. Domenica 23 maggio c'era l'iniziativa "Operazione Spiagge Pulite" promossa da Legambiente a livello nazionale.
Dalle nostre parti tutto questo è stato ... prontamente "sposato" dal Parco Nazionale che ha di fatto organizzato la pulizia della spiaggia di cala Giovanna, a Pianosa, con il commissario Ruggero Barbetti alla testa di un numeroso e colorato plotone di volontari.
Alcune centinaia di persone sono infatti partite dall'Elba di buon mattino (non pochi i personaggi pubblici e politici tra di loro) e arrivati a Pianosa hanno trovato i Carabinieri a diffidarli, su richiesta della Soprintendenza, dall'intervenire in qualsiasi altro posto che non fosse la spiaggia. In particolare era off limits per il folto gruppo il pregevole (ma decisamente trascurato) spazio archeologico del Bagno di Agrippa.
Dire a questo punto che i volontari (e i personaggi pubblici) erano offesi è dir poco. "Ci hanno trattato - scrive Legambiente in una risentita nota - come dei vandali in procinto di devastare le rovine archeologiche! Questo mentre altre persone al di fuori del nostro gruppo tranquillamente visitavano il Bagno di Agrippa, in apparenza senza essere accompagnati da guide".
Anche il Parco non l'ha presa bene limitandosi comunque a ricordare laconicamente che non era stata Legambiente (la vera diffidata dalla Soprintendenza) ad organizzare la giornata a Pianosa ma lo stesso Ente Parco.
Non più laconico ma tagliente è stato il commissario Barbetti subito dopo quando ha ricordato all'ente responsabile dei resti archeologici toscani lo stato di abbandono in cui si trovano le vestigia imperiali di Pianosa.
Insomma: una delle tante storie tipicamente italiane. Una polemica che, tutto sommato, può anche riguardarci poco, forse, come dicevamo, soprattutto generata da un malinteso. Rimane una amara considerazione: la burocrazia spesso si accanisce contro iniziative utili come può essere quella di un gruppo di ambientalisti che va a pulire una spiaggia, raccogliendo quintali di nostra immondizia colpevolmente lasciata a deturpare un gioiello naturale.
D'altro canto quella stessa burocrazia non riesce a valorizzare un altro tipo di gioiello altrettanto prezioso, dato che è certamente vero che il pianosino Bagno di Agrippa (nella foto sopra) è invaso da erbacce, non mancano i rifiuti abbandonati nelle immediate vicinanze e non si è trovato di meglio per salvaguardarlo, che coprirlo con un tendone decisamente brutto e, sia nel colore che nella forma, certamente non adeguato ad un sito archeologico risalente all'Impero Romano.
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