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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Ernesto Ferrero vince il Premio Brignetti
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Ernesto Ferrero, saggista, narratore, collaboratore di giornali quali La Stampa e Diario, ha vinto la trentunesima edizione del Premio Letterario Isola d'Elba - Raffaello Brignetti superando Massimo Teodori (con "Maledetti americani", edito da Mondadori) e Mirella Serri (con "Il breve viaggio", Marsilio).
Cerimonia di consegna del premio invece al Centro Culturale De Laugier, a Portoferraio, sabato 7 giugno, alle 21, con una madrina d'eccezione: Maria Grazia Cucinotta. L'isola d'Elba dunque rinnova anche in questo modo il suo antico rapporto con Napoleone.
Alla cittadinanza onoraria elbana infatti, conferita a Ernesto Ferrero nel 2000 (quando vinse il Premio Strega con "N" (edito da Einaudi e nel quale si raccontavano i 100 giorni all'Elba di Bonaparte), si aggiunge oggi la vittoria dello stesso autore con le "Lezioni Napoleoniche" sulla natura degli uomini, le tecniche del buon governo e l'arte di gestire le sconfitte (Mondadori, 2002).
A determinare la vittoria, anche quest'anno, è stata una Giuria Letteraria affiancata da 42 giudici popolari. La Giuria Letteraria è composta da Alberto Brandani (presidente), Gaspare Barbiellini Amidei, Giorgio Barsotti, Mario Baudino, Giuseppe Conte, Rodolfo Doni, Emerico Giachery, Giuseppe Neri, Massimo Onofri, Alfonso Preziosi, Silvia Ronchey, Marcello Veneziani e Vittorio Vettori.
I 42 Giudici Lettori si esprimono invece attraverso schede vidimate, spogliate da una commissione costituita da un membro della Giuria, un Giudice e un componente del Comitato Promotore, con l'assistenza di un pubblico funzionario. Al vincitore va un assegno di 5.000 euro.
Le Lezioni napoleoniche rappresentano una biografia insolita dello statista, ne mostrano le doti di grande organizzatore e manager, capace di portare nell'esercito e nello stato una mentalità imprenditoriale. Nelle pagine di Ferrero, Napoleone si rivela un sapiente persuasore di uomini, inventore delle tecniche della comunicazione e del consenso di massa.
Come disse di lui Balzac, era "l'uomo che poteva tutto perché voleva tutto", in grado di governare una costellazione di stati che si estendeva da Cadice al Baltico, attraverso la reinvenzione delle tecniche di guerra e di gestione della pace, dell'industria e dell'economia. Comunicatore a tutto tondo, Napoleone riuscì anche a trasformare la cultura in strumento del buon governo, creando il Louvre. Amava dare con generosità indicazioni sul proprio modo di lavorare, esprimendosi con massime e aforismi.
In questo saggio Ernesto Ferrero sceglie e illustra massime celebri dell'Imperatore, ma anche aneddoti sul suo modo di operare, notizie raccolte tra gli scritti di chi gli era vicino, e ne trae spunto per offrire ai lettori di storia (e a quanti hanno responsabilità pubbliche e private) un quadro di quella difficile arte di gestione dei sistemi complessi che gli ha consentito di dominare l'Europa.
Per quanto riguarda invece gli altri due finalisti, l'opera della Serri è una revisione storica della vita di Giaime Pintor, scrittore e critico letterario, morto durante uno dei primi episodi della guerra partigiana. Figura eroica della Resistenza, Pintor non era tuttavia disimpegnato nei confronti del regime fascista. Il breve viaggio è una nuova, avvincente lettura del complicato rapporto tra intellettuali e fascismo, che analizza episodi finora rimossi.
Massimo Teodori invece, con il suo Maledetti americani, descrive la parabola del pregiudizio antiamericano nell'Italia del Novecento, prendendo spunto dalle reazioni suscitate in Italia dall'attacco dell'11 settembre, dalla decisione degli Stati Uniti di reagire con la guerra e dalla scelta italiana di partecipare alle operazioni belliche.
"Sono particolarmente fiero - ha commentato ferreri - di questo riconoscimento. L'Isola d'Elba è la mia "patria acquisita" già dai tempi del romanzo "N". Inoltre, sono molto orgoglioso di ricevere questo Premio perché porta il nome del maggior prosatore elbano, Raffaello Brignetti, oggi ingiustamente trascurato dal mondo letterario italiano. L'editoria nazionale tende a dimenticare tutto ciò che è successo prima della data di nascita dei suoi direttori di marketing".
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