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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Mare italiano caldo come un brodo
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E' caldo come un brodo il mare italiano, parola di Goletta Verde di Legambiente. La temperatura media è di 27 gradi, un valore raggiunto negli anni scorsi solo in casi limite. Ma in molte spiagge si superano i trenta, e a Maratea sono stati toccati i 32,2.
"E' un altro segno del clima che cambia - ha spiegato Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente durante la conferenza stampa di chiusura di Goletta Verde - ma attenzione a non sottovalutarlo. Uno due gradi in più non vuol dire solo nuove specie di pesci e organismi tropicali che proliferano nei nostri mari: vuol dire anche più inquinamento".
E' un mare in bilico quello ritratto dalla Goletta Verde di Legambiente durante i sui due mesi e ottomila chilometri di viaggio. Un mare dove tre campioni su quattro sono in regola ma nel quale meno della metà delle coste supera l'esame degli enterococchi, indica
Acque bollenti, dunque. E se a Maratea il mare, coi sui 32,2 del 28 luglio, sembra un bagno caldo (nel 2002 il termometro segnava 28 gradi), il resto d'Italia non è da meno. Trentadue gradi anche a Ostuni e Palinuro (l'anno scorso erano stati 27,7 e 26,9). Trentuno a Siniscola (Nuoro). Trenta gradi sulla colonnina nelle acque di Imperia, Scalea, Fregene (Roma), Catania, S. Vito Chietino (Chieti), Jesolo, Marina di Romea (Ravenna) e Fetovaia (Elba). Poco meno a Marina di Amendolara (Cosenza), Porto S. Giorgio (Ascoli Piceno) e Grado (Gorizia), tutti attorno ai 28 gradi.
"Acque più calde - spiega Roberto Della Seta, portavoce nazionale dell'associazione - offrono migliori condizioni di vita per i microrganismi fecali che inquinano i nostri mari". Dalle analisi dei tecnici della Goletta Verde, eseguite secondo la normativa vigente sulla qualità delle acque di balneazione, sono risultati in regola coi limiti imposti tre campioni su quattro (il 74,4% del totale), leggermente inquinati il 16%, inquinati poco meno del 4% e gravemente inquinati poco più del 5%.
"Ad aggravare tutto questo poi - continua Della Seta - si aggiunge la siccità. Meno acqua che arriva al mare dai fiumi vuol dire anche una concentrazione maggiore, in questa stessa acqua, di sostanze inquinanti. Non è un caso che su 48 foci considerate, 34 sano risultate inquinate secondo i limiti di legge, e di queste ben 21 siano gravemente inquinate, con valori almeno 10 volte superiori ai limiti".
Restano comunque una depurazione insufficiente o completamente assente le cause del malessere del nostro mare. "Ecco perché - commenta Ferrante - è, tra l'altro, assurdo pensare alla riapertura dei termini di un nuovo condono edilizio: ogni nuova casa abusiva non significa solo un danno per il territorio, ma anche per i fiumi e per il mare, ai quali arrivano, senza depurazione, gli scarichi di queste costruzioni".
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