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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Muore a Nisporto un giovane sub
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Una lunga ed impegnativa ricerca, che non ha risparmiato uomini e mezzi, non è bastata a salvare la vita ad Alvise Rampazzo, turista padovano ventisettenne, in vacanza all'Elba, dove la famiglia da alcuni anni possiede un appartamento nella frazione riese di Nisportino.
E proprio nello specchio di mare che fronteggia la spiaggia di Nisporto si era immerso il ragazzo nel tardo pomeriggio di martedì 2 settembre per una classica immersione con muta, maschera, pinne e la cintura con pesi ma senza fucile e pallone di segnalazione, poiché la sua passione non era la pesca subacquea ma le escursioni , gli piaceva andare a vedere i pesci nelle tane, seguire la costa, in quel tratto di mare molto frastagliata e scoscesa e punteggiata di numerose, piccole grotte.
Alle 21 però il ragazzo, laureato in ingegneria da un anno e da poco impegnato in un dottorato di ricerca, non era ancora tornato. Ed è stata la madre, Anna Baldin, con la quale Alvise era in vacanza in questi giorni, a dare l'allarme.
Le ricerche in mare e a terra coordinate dalla Capitaneria di Portoferraio e dal capitano di fregata Vincenzo Di Marco, sono scattate immediatamente e vi hanno preso parte due motovedette, due battelli pneumatici ed un elicottero della guardia costiera, un'unità dei carabinieri e tre mezzi navali dei vigili del fuoco, i cui sommozzatori hanno effettuato ripetute immersioni per scandagliare i fondali.
Il corpo privo di vita di Alvise Ramazzo è stato ritrovato solo a mezzogiorno di giovedì 4 settembre dal nucleo sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Portoferraio coadiuvati dal nucleo sommozzatori di Trieste, presenti sull'Isola per operazioni di addestramento in mare. Si trovava all'estremità della baia dove sorge la frazione balneare riese, non lontano dal luogo dell'immersione, adagiato sul fondale ad una profondità di una decina di metri, intorno al contrappeso di una boa.
Il corpo del giovane è stato portato a Portoferraio e ricomposto nella camera mortuaria dell'ospedale civile. Ad attenderlo, nell'indescrivibile dolore, la madre Anna, distrutta da ore e ore di attesa e sguardi fissi al mare di Nisporto e alle operazioni di ricerca. Con lei il marito Gino Ramazzo, anch'egli pensionato e in convalescenza per un intervento chirurgico, e la sorella Silvia arrivati nel frattempo da Messanzago in provincia di Padova, dove la famiglia risiede.
Ancora da verificare le cause del decesso, la ricerca delle quali è affidata all'autopsia. Pare che il ragazzo soffrisse di ipotermia, ma per questo scendeva in acqua con il dovuto equipaggiamento. Alvise Rampazzo era ormai al termine delle sue vacanze elbane, sarebbe infatti dovuto ripartire per Padova di lì a poco.
Questo fatto ha colpito l'opinione pubblica: anche la turista trentina, "morta di incendio" nel rogo che ha distrutto oltre alla sua vita quasi dieci ettari di bosco a Marina di Campo, aveva già le valigie pronte. Due giovani vite spezzate, per motivi differenti, in questa dolorosa estate elbana. Marina Bergamin |
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