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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Una colata di cemento a Capo d'Arco?
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Ci sarebbero nuove costruzioni per almeno 28.000 metri cubi in arrivo nella zona di Capo d'Arco. A renderlo noto è Legambiente che definisce tutto questo come un "esempio di colonizzazione del territorio senza grandi ricadute economiche e con un forte impatto ambientale"
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Capo d'Arco è un villaggio turistico nel Comune di Rio Marina, un luogo isolato per "Vip" il cui accesso è addirittura chiuso con una sbarra controllata da un guardiano, un posto completamente escluso dalla vita dell''Elba, lontano dagli occhi degli "indigeni" e dall'economia dei paesi intorno. Legambiente, negli anni passati, segnalò le difficoltà di accesso alla costa di Capo d'Arco nel Dossier "Mare in Gabbia" e, successivamente, le Forze dell'Ordine riscontrarono varie irregolarità sul litorale.
Insomma, un esempio di "colonizzazione" del territorio senza grandi ricadute economiche e con un forte impatto ambientale. Ma in questi giorni proprio Capo d'Arco sta per subire una nuova colata di cemento: 13.000 metri cubi di nuove costruzioni (si parla di un'ottantina di villette) divise in tre comparti. Il tutto in base ad un Piano Particolareggiato presentato dalla Comprensorio Turistico di Capo d'Arco Spa.
Questo massiccio intervento urbanizzerà definitivamente il promontorio di Capo d'Arco ed è il frutto del Piano Regolatore approvato nel 1995 dal centro-sinistra e le cui scelte cementificatorie vengono pari pari riprese ed addirittura ampliate dalla nuova Amministrazione di centro destra del senatore Bosi che, nel Piano Strutturale attualmente in discussione, propone di aggiungere anche altri 15.000 metri cubi di ricettività alberghiera.
Ma i proprietari dei terreni di Capo d'Arco non sono contenti nemmeno di questo: vorrebbero costruire altre migliaia di metri cubi di strutture, servizi e case per completare l'opera. E' l'ex vice prefetto Pesce, allora commissario del Comune di Rio Marina dopo le dimissioni della Giunta di centro sinistra, a sbloccare tutto il 14 aprile 2001, con una delle ultime delibere della sua amministrazione commissariale.
E' abbastanza inquietante sapere che una grossa operazione immobiliare è stata discretamente e velocemente trattata dall'ex Prefetto di Isernia, allora vice del prefetto di Livorno Gallitto e da questi nominato commissario a Rio; all'epoca Pesce intratteneva strette relazioni con l'ingegner Coppetelli, tanto da nominarlo consulente del Comune per l'urbanistica. E' inquietante perché oggi Pesce e Coppetelli sono agli arresti domiciliari e Gallitto è indagato per gli scandali edilizi elbani che prendono spunto anche da vicende che riguardano il Comune di Rio Marina
Ma sulla cementificazione di Capo d'Arco sembra esserci un'unità di intenti che si ritrova nella delibera del 19 aprile del 2002 con cui il nuovo Consiglio comunale approva all'unanimità il "Piano particolareggiato Comprensorio turistico Capo d'Arco" e non prende in considerazione, "perché prodotta fuori termini", l'osservazione della "Servizi Capo d'Arco", che aveva presentato anche ricorso al Tar richiamando numerosissime incongruenze e le competenze del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano sull'area.
Infatti, parte del compendio di Capo d'Arco è compreso nell'area protetta, ma la zona costruita è ritagliata fuori dai confini del Parco ed il Piano Particolareggiato non prevede costruzioni all'interno della zona protetta. Quindi, il 1 ottobre 2003, anche il commissario del Parco Barbetti dà parere positivo perché le aree del Parco non sono coinvolte dalle edificazioni.
L'intero progetto fila via liscio come l'olio: nessuno ha da eccepire, tutto a posto per Soprintendenza e Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, Commissione Edilizia Integrata (nel 2000 e nel 2001), per la Regione Toscana, per il Comune che pure sta approntando un nuovo Strumento Urbanistico con il quale avrebbe potuto rivedere questa scelta.
Eppure Capo d'Arco, oltre ad essere un villaggio turistico esclusivo e chiuso, il cui perimetro si incunea stranamente in un Parco Nazionale, sorge anche in uno dei luoghi più suggestivi dal punto di vista paesaggistico e con un enorme valore ambientale, ma presenta problemi di approvvigionamento idrico, di gestione dei servizi e delle coste che nuove costruzioni acuirebbero.
Proprio qui, con il concorso di tutti e senza che nessuno abbia sollevato un'obiezione durante un lungo iter che fino ad oggi è rimasto praticamente sconosciuto, si procederà alla costruzione di nuovi miniappartamenti e forse di un grande albergo da 100 camere, con ruspe e gru in azione, colate di cemento.
E' di fronte a progetti come questi, che ripropongono all'Elba scelte urbanistiche ed economiche che quasi tutti dichiarano ormai superate e insostenibili, che ci chiediamo quanta sincerità vi sia nei buoni propositi di Regione Toscana, Provincia e Comuni di "riallineare" gli strumenti urbanistici, di non cementificare, di salvaguardare le risorse e di rispettare il territorio.
Legambiente Arcipelago Toscano
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