Il pomo della discordia
Se non è l'amore della Elena di turno... è certamente il potere. Sì, è proprio questo il caso di Portoferraio dove ci si scontra con una durezza mai vista per la poltrona di sindaco. E sono scontri interni per ora. Il centro sinistra ad esempio è ad un bivio: o si ritira la candidatura di Franco Scelza o lo schieramento andrà alle urne spaccato in due come una melaSono state due settimane di fuoco per il mondo politico di Portoferraio, in particolare per quello di centro sinistra. Le elezioni amministative sono infatti sempre più vicine ed le divisioni in questo schieramento non sembrano amcora superate. Il buon senso impone di pensare che la situazione non rimarrà tale comunque, che una sorta di appianamento delle divergenza sia destinato ad arrivare anche presto.
Tuttavia lo spettacolo offerto fino ad ora non è dei migliori. La lite insomma è stata furiosa, e vome sempre avviene, purtroppo, lo è stata non sulla sostanza delle cose da fare, ovvero sui programmi, ma sui nomi, in particolare su quello di colui che si candida a sedere sullo scranno più alto.
E, come diciamo ormai da tempo, lo scontro riguarda il nome di Franco Scelza, sul quale sembrano arroccati i vertici (ala riformista) dei Ds, a cominciare dal segretario cittadino, Angelo Zini, e da quello elbano, Alessandro Mazzei. Dall'altra parte ci sono, si può dire, tutti gli altri. La Margerita innanzitutto che, pur con toni prudenti, ha candidato, in alternativa a Scelza, il suo uomo Roberto Peria, dicendosi indisponibile a qualunque alleanza che non sia unitaria (quindi deve esserci ad esempio anche Rifondazione che contro Scelza sta alzando barricate).
E oltre alla Margherita i Ds devono registrare la decisa contrarietà anche dei movimenti, dei Comunisti Italiani, dei Verdi e dell'Italia dei Valori. E poi c'è il "correntone" Ds, minoritario a Portoferraio ma forse maggioritario all'Elba che, sebbene non frantumi il partito, non ha certo nascosto il suo pensiero. Anzi, i suoi membri hanno chiesto un incontro con i vertici regionale per uscire da questa sorta di sabbie mobili ed archiviare il caso Scelza con il ritiro dello scomodo candidato.
Poche volte del resto si era assistito ad un "lancio" di un candidato avvenuto in modo così contestato e, ci sia concesso, anche così maldestro. Innanzitutto è avvenuto troppo presto, in secondo luogo lo si è fatto unilaterlamente, senza coinvolgere gli alleati. O ci state o facciamo senza di voi, sembrano aver voluto dire i vertici cittadini della Quercia. Il risultato non poteva essere che l'irritazione e l'irrigidimento degli alleati.
Tra l'altro si è anche perseverato nell'errore dato che lo stesso Scelza ha rilasciato alla tv locale elbana dichiarazioni che hanno offeso gli alleati e diffuso un documento di sostegno alla sua candidatura firmato da oltre 400 persone che ha irritato ancor di più la coalizione. alcuni, come Rifondazione comunista, si sono spinti anche più in là ipotizzando che molte di queste firme sarebbero state ottenute in modi poco ortodossi.
La frittata a questo punto pare fatta. Se qualche giorno fa si poteva pensare ad un parziale passo indietro di Scelza che poteva così essere ancora candidato se pur non da capolista, adesso sono in troppi a chiederne una uscita di scena completa, ancorché onorevole, almeno nella sostanza. Se non sarà così il rischio per il centrosinistra è quello di presentarsi alle elezioni spaccato a metà, con speranze di vittoria praticamente nulle.