Canili abusivi crescono
Qualche mese fa Legambiente e l'associazione I Ragazzi del Canile avevano scoperto e denunciato la presenza, nel capoliverese, a Calamita, di uno strano canile abusivo. Allora però non c'erano cani. Adesso la sorpresa: il canile abusivo, anziché essere smantellato, è stato ampliato, e ci sono anche dei caniIl 18 febbraio scorso i Ragazzi del Canile e Legambiente denunciarono la scoperta di un canile abusivo sul promontorio di Calamita, in pieno Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e nel Comune di Capoliveri. "Quasi uno brutto scherzo ed una sfida al Sindaco Capoliverese Barbetti - scrivevano le due Associazioni - che, fino a pochi giorni fa, del Parco era Commissario straordinario".
Legambiente e I Ragazzi del Canile chiedevano che il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano ed il Comune di Capoliveri intervenissero immediatamente per rimuovere il canile di Calamita e per individuare chi lo avesse realizzato e vi avesse letteralmente imprigionato alcuni cani.
"Invece - scrivono adesso le due associazioni - questo strano canile si trova ancora lungo la strada di crinale che dal radiofaro dell'Aeronautica porta alle Torricelle, in direzione della spiaggia di Remaiolo. Le cucce sono 6, ancorate con cavi di acciaio alla rete metallica sostenuta da pali di legno infilati nel terreno; le rozze casette poggiano su pancali e hanno il tetto in lamiera".
"Ma - continuano - ci sono adesso alcune clamorose novità: la strada carrabile che era stata aperta abusivamente è ora sbarrata con tanto di nastro rosso e bianco ed un cartello di proprietà privata; lo spiazzo di circa 300 metri quadri sembra essere stato ulteriormente ampliato, tagliando altra macchia mediterranea; il canile è stato reso un po' più accogliente le catene dei cani sono più lunghe, gli spazi separati e la recinzione è stata ristrutturata".
Ma la sorpresa più grossa, secondo le due associazioni, è che il canile abusivo nel Parco, che a febbraio era deserto, oggi sembra ospitare quattro cani, forse da caccia. "Molto probabilmente - aggiungono gli ambientalisti - appartengono a cacciatori capoliveresi ed a chi proclama la proprietà di quel canile esponendo addirittura un cartello e ponendo barriere in un Parco. Quindi, dopo la nostra denuncia, come se niente fosse, i cani sono stati riportati dentro il canile abusivo per tenerceli almeno fino alla riapertura autunnale della caccia".
Ricordiamo che allora le istituzioni interpellate dissero di non sapere niente del canile a Calamita, né che fosse stata rivolta loro una qualsiasi domanda per la sua realizzazione. Cosa è successo, quindi, per rendere così spavaldi i costruttori abusivi del Canile?
"Il Parco Nazionale - si chiedono Legambiente e Ragazzi del Canile - ha forse dato un improbabile e problematico nulla osta per una struttura che comunque non rispetterebbe nemmeno le normative sugli animali, oppure il canile, l'accesso, il piazzale ed il taglio della vegetazione sono ancora totalmente abusivi e nessuno interviene per ripristinare la legalità?"
"E' certamente vero - concludono - che strutture abusive di questo tipo, con una detenzione di animali a volte al limite della prigionia e del maltrattamento, ci vengono segnalate in diversi Comuni elbani, spesso ai confini del Parco, ma un canile abusivo per cani da caccia nel bel mezzo di un'Area Protetta ci sembra davvero troppo. Forse il Parco e il Comune dovrebbero darsi una mossa!"