I Verdi: il Piano del Parco è tutto da rifare
Il commissario Barbetti riduce il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano alla vetta del Monte Capanne. E' questa la conclusione a cui giungono, con amarezza, i Verdi commentando il Piano del Parco di recente varato dall'ente. In esso, dicono, si riduce fortemente la tutela sull'ambiente e si rendono possibili le colate di cementoPremesso che le osservazioni formali sul Piano del Parco andranno fatte, come previsto dalla normativa vigente, sulla bozza approvata dalla Regione Toscana, va detto che, nelle proposte approvate dal comissario Barbetti il 21 luglio scorso, l'unica zona veramente tutelata è la Zona A di riserva integrale, che viene limitata alle cime del Monte Capanne, Monte Giove e le Calanche nella zona della vecchia bandita di caccia.
Rispetto alla bozza del Presidente Tanelli, del dicembre 2001, sono state tolti il Monte Cenno, il Capo Fonza, il Monte di Capo Stella, la Punta dei Ripalti e la parte alta della valle di Pomonte, luoghi importanti per la biodiversità e per l' immagine stessa del Parco. Le zone B e C non sono assolutamente tutelate.
Si è così avverato il timore di chi vedeva nella folgorazione ambientalista del commissario rispetto alle aree marine il fumo più idoneo a mascherare la volontà riduttrice sul Parco a terra. La nostra preoccupazione è ecologica, cioè economica ed ambientale assieme, poiché siamo convinti che un Parco ampio e funzionante sia uno dei volani del rilancio economico dell'Elba e dell'Arcipelago.
Le norme tecniche che le riguardano le zone B e C violano clamorosamente la Legge Quadro delle Aree Protette 394/91 che consente, in zona B, solo la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici e in zona C solo la manutenzione ordinaria e straordinaria ed il restauro e risanamento conservativo (art. 12). In ambedue le zone la Legge vieta ampliamenti e nuove costruzioni (in un contesto che già vede la presenza all'Elba di oltre 14.000 abitazioni per non residenti).
Per il patrimonio ad uso agricolo gli ampliamenti a fini di agriturismo e turismo rurale non hanno addirittura limiti, basta che vi siano esigenze funzionali e igienico sanitarie. Quindi si potranno trasformare tranquillamente case rurali in alberghi senza limiti volumetrici. Barbetti consente inoltre di costruire nuove strade, sia in zona B che C, per il raggiungimento degli edifici esistenti. Nella bozza del 2001 ciò era consentito solo in zona C, che era molto più ristretta di quella attuale e comprendeva solo le zone ancora coltivate.
Nessun impulso è inoltre venuto dal commissario alla discussione ed approvazione del Piano Pluriennale di Sviluppo Economico e Sociale, l'altro importante strumento di programmazione che dovrebbe accompagnare il Piano del Parco. L'unica attività umana nel Parco che interessa a Barbetti è evidentemente quella edificatoria, è questa l'amara conclusione.
Cosa significa la valorizzazione del Monte Capanne che Barbetti proclama nel suo comunicato stampa del 21 luglio scorso? Come può il Commissario chiedere di inserire le isole toscane tra le riserve della biosfera dell'Unesco e poi annullare le tutele della Legge Quadro delle Aree Protette in fatto di edificazione?
I Verdi si batteranno affinché il Piano del Parco rispetti integralmente la Legge Quadro della Aree Protette, e perché il Parco si doti finalmente di un presidente e di un direttivo funzionanti. Il rilancio economico dell Arcipelago passa dalla valorizzazione della unicità ambientale, e non come qualcuno ancora pensa, dal considerare questa ricchezza di tutti un ostacolo all'interesse di pochi.
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