Piano del Parco: parla il commissario
Lettera aperta sul Piano del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. A firmarla è lo stesso commissario straordinario dell'ente, Ruggero Barbetti, che risponde alle critiche ricevute di recente dal Piano. In particolare i Verdi ed il Wwf sono stati duri, parlando nelle loro osservazioni di un Piano del parco che abbassa notevolmente la tutela ambientale sull'arcipelagodi Ruggero Barbetti *
In questi ultimi giorni si è molto discusso della bozza definitiva del Piano del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. A questo Ufficio Commissariale che ha voluto riaprire la consultazione e sentire i pareri di Enti Locali, Associazioni e cittadini prima di inviare la documentazione alla Regione Toscana, sono arrivate diverse osservazioni, alcune delle quali ricche di spunti di riflessione che vanno nel senso di una maggior efficacia dello strumento di Piano, sollevano problemi ed indicano priorità e necessità di correzioni di cui l'Ente Parco terrà di conto nella definitiva stesura del Piano.
Ma, se da parte di alcuni viene l'invito a non procedere all'approvazione del Piano, la richiesta prioritaria appare quella di fornire al più presto al territorio uno strumento la cui bozza già nel 2001 è stata sottoposta al Consiglio Direttivo ed inviata alla Comunità del Parco e di concludere una discussione iniziata ancora prima: al momento dell'incarico alla Società Agriconsulting per redigere il Piano.
La proposta di Piano era accompagnata anche da una bozza di Piano Pluriennale Economico e Sociale che dovrebbe essere approvato in stretta relazione col Piano del Parco, ma tale strumento è di competenza della Comunità del Parco che speriamo avvii al più presto la fase di analisi del PPES e di consultazione dei cittadini, delle Associazioni e degli Enti Locali per giungere ad una celere approvazione di questo importante strumento che determina le linee dello sviluppo sostenibile dentro e fuori l'Area Protetta.
E' quindi strano che solo oggi ci si accorga che le cartografie allegate al Piano, ed in particolare alla Relazione dell'Agriconsulting che le contiene, presentano anche indicazioni di Aree Contigue ed a mare che sono individuate come "scenari" proposti dalla Società e recepiti come tali dal Direttivo presieduto dal Prof. Tanelli.
Tali cartografie non rappresentano quindi il Piano, ma sono elaborazioni della Agriconsulting, proposte ed indicazioni, in base alle ricerche effettuate sul territorio ed alla verifica delle risorse. Infatti, in base all'Articolo 32 della Legge 394/91 non è il Parco Nazionale ad istituire e perimetrare le Aree Contigue, ma la Regione dopo aver concertato la loro area attraverso un accordo con i Comuni interessati e l'Ente Parco.
Lo stesso vale per l'eventuale Area Marina Protetta che dovrebbe interessare anche zone dell'Elba e del Giglio e che potrà essere istituita solo dopo che il Ministero dell'Ambiente avrà concertato con i Comuni interessati le varie misure ed aree di salvaguardia. Invece, il Piano del Parco si sostanzia soprattutto nella cartografia delle zonazioni - che dividono il territorio del Parco in zone A, B, C e D- e nelle Norme Tecniche di Attuazione che dovranno successivamente essere messe in atto dal Regolamento.
Dispiace che, proprio prendendo spunto da atti per i quali il sottoscritto non ha introdotto nessuna novità rispetto a quanto recepito e già ampiamente discusso dal Consiglio Direttivo nel 2001, alcuni siano incorsi nell'equivoco di pensare che il Parco possa normare, ad esempio, caccia ed edilizia al di fuori dei propri perimetri e delle competenze fissate dalla Legge 394/91 e dal DPR istitutivo.
Anche la critica alla nuova zonazione appare ingenerosa, visto che la zonazione proposta nel 2001 - e che prevedeva teoricamente più ampie zone A di riserva integrale all'Elba, Capraia, Pianosa, Gorgona e Giannutri - fu criticata dallo stesso presidente Tanelli e da autorevoli membri del Consiglio Direttivo, tanto che l'Ente Parco si dotò di una Commissione che tra i suoi compiti aveva anche la revisione della zonazione proposta dall'Agriconsulting.
Vorrei anche aggiungere che la zonazione proposta, anche se riduce la zone A solo ad aree di grandissimo pregio ambientale e come tali indicate da studi precedenti l'istituzione del Parco, prevede un'estensione delle riserve integrali che in percentuale è molto più alta che in altri Parchi Nazionali: tra l'altro il Parco dell'Arcipelago si appresta ad accogliere alcune puntuali osservazioni avanzate dalle Associazioni Ambientaliste per la costa sud occidentale di Pianosa.
Nel rivedere la precedente bozza di zonazione il Parco ha fatto uno sforzo per l'individuazione di confini certi e ben identificabili fra le varie zone - che dovranno essere ben visibili anche attraverso l'adozione di una cartografia con una scala più leggibile di quella 1:25.000 allegata al DPR istitutivo - e, attraverso l'individuazione di una più vasta zona C, per dare davvero e non solo a parole, la possibilità, di un recupero dell'agricoltura di qualità e biologica, anche attraverso incentivi che permettano il ritorno alla coltivazione di aree agricole abbandonate, il recupero dei castagneti e la produzione di prodotti tipici.
Mi pare che alcune Associazioni di Categoria e alcuni Comuni abbiano colto bene quello che era il mio intento: realizzare una zonazione che prefiguri un Parco certo, ben definito e che punti davvero a uno sviluppo qualitativo ed ecocompatibile che non dovrà rimanere soltanto uno slogan.
* Commissario Straordinario Parco Nazionale Arcipelago Toscano