Rifiutare il rifiuto
L'emergenza rifiuti ebana e il gassificatore di Buraccio. E' l'Elba Social Forum a parlarcene, senza fare sconti a nessuno. L'attenzione è di nuovo sul gassificatore, costoso e inattivo 'bidone' che l'Elba si trova sulle spalle, un impianto di quelli che hanno bisogno di un apporto di rifiuti in quantità sempre più o meno uguale nel corso dell'anno. Come poteva funzionare bene per un'isola turistica che in estate giunge ad avera una utenza anche dieci volte superiore a quella dei residenti?"A più di una settimana di distanza dal primo incontro della nuova amministrazione Comunale di Portoferraio con i cittadini sul tema dei rifiuti, e a ridosso di una grave decisione che prenderà nei prossimi giorni il Consiglio Comunale di Portoferraio sul definitivo acquisto del 'baraccone' del Buraccio, ci sentiamo di proporre alcune osservazioni, sia sulla scarsità di informazioni rilasciate dall'amministrazione comunale durante l'incontro con i cittadini che sull'urgenza di alcuni provvedimenti per niente considerati".
Inizia così un lungo documento dell'Elba Social Forum su quella che in tanti dicono essere una vera bomba ad orologeria per l'Elba, ovvero la questione dello smaltimento dei rifiuti solidi, un'emergenza costante e costosa che, tra macroscopici errori e incompetenze si protrae da quasi venti anni e rischia di portare l'Elba al collasso.
Culminò una decina d'anni fa con la realizzazione di quello che fu subito definito il "bidone al veleno", ovvero un gassificatore che non poteva funzionare in un contesto come quello elbano e che appena fu accesso diffuse nell'aria preoccupanti e insopportabili miasmi. Naturalmente non funzionò più, ma sull'impianto, costruito e poi gestito dalla società Daneco, si aprì un contenzioso e i Comuni elbani incredibilimente sono ora costretti ad acquistarlo dalla società pagandolo profumatamente.
Ma come si arrivò a tutto questo? E' presto detto, ci mise lo zampino la più volte ricordata e famigerata frammentazione amministrativa elbana. In altre parole i Comuni dell'isola, a metà degli anni ottanta, giocavano un vergognoso ping pong e non riuscivano a mettersi d'accordo su come gestire i rifiuti e soprattutto non riuscironi a decidere su quale territorio realizzare un necessario e moderno impianto di raccolta e smaltimento. Nessun comune dunque voleva sentir parlare di grandi discariche o di qualcos'altro correlato all'immondizia entro i propri confini.
Fu così che la Regione Toscana prese l'iniziativa e nominò un Commissario straordinario, Roberto Daviddi, per l'emergenza rifiuti elbani. Se ricordiamo bene correva l'anno 1989... Non fu una mossa tanto azzeccata purtroppo. Si scelse infatti di costruire questo gassificatore le cui caratteristiche, e soprattutto la sua necessità di operare in una zona in cui la produzione dei rifiuti è quantitativamente costante e regolare nel tempo, lo rendevano del tutto in adatto all'Elba che invece ha un andamento economico ed anche demografico assolutamente stagionale. Per dirla chiaramente se a gennaio l'isola produce un valore pari a 100 di rifiuti, in agosto ne produce 10.000.
Di qui i problemi e la non utilizzazione di questo costoso monumento allo spreco. Adesso, visto che l'Elba deve comprarselo, si cerca in qualche modo di utilizzarlo, anche se non è del tutto chiaro come lo si possa riadattare alle necessità elbane. Si parla infatti di "rewamping", di gestione affidata all'Esa, la società elbana che dovrebbe gestire tutto il ciclo dei rifiuti.
Tuttavia... "il direttivo Esa - scrive il Social Forum - non ci ha informato sulla differenza tra la gestione dei rifiuti che sarà in grado di effettuare dopo il 'lifting' (il rewamping) del baraccone del Buraccio e quella che operava la Daneco. Ci hanno detto che il compost che produrrà il Buraccio non sarà compost di qualità, ma che sarà regolarmente utilizzato per riempire le nostre cave. Anche la Daneco produceva compost non di qualità che puntualmente finiva in discarica".
"Ci hanno detto - continua il documento - che con la plastica si produrrà Cdr che per ora viene bruciato in continente ma che probabilmente in un prossimo futuro verrà bruciato qui, tanto per evitare i costi del trasporto in continente. E brucerà grazie alla riattivazione del gassificatore che però verrà chiamato termovalorizzatore. Dobbiamo dire che tutto questo lo faceva anche la Daneco ed è stato solo grazie all'intervento dei cittadini che il gassificatore è stato chiuso. E anche Legambiente, invece di farci il pippone sulle statistiche italiane nella gestione dei rifiuti, perché non ha detto una parola sulla validità di questo progetto? Perché non ci ha detto per esempio se questo compost inertizzante con cui vogliono riempire i buchi della nostra isola è innocuo o è pericoloso per l'ambiente?"
L'Elba Social Forum conclude il suo atto d'accusa commentando l'intervento del sindaco di Portoferraio, Roberto Peria, in questa assemblea pubbica nella quale in fondo non si è detto molto. Un intervento quello di Peria "da tanti giudicato pieno di buon senso. Lui ha dato ragione - continua il Social Forum - a chi chiedeva di individuare le responsabilità politiche del disastro rifiuti ed ha detto che la colpa è dei comuni elbani che non vanno d'accordo. E' stata però una semplice cittadina che ha informato il pubblico del fatto che il Comune di Campo, e soprattutto il Comune di Porto Azzurro, sono stati gli unici a non accettare supinamente la decisione di tre arbitri che hanno stabilito, dopo tutte le inadempienze di Daneco, che erano ancora i Comuni a dovere 22 miliardi di vecchie lire alla società e non viceversa come quasi sicuramente sarebbe avvenuto se invece degli arbitri, avessero deciso i magistrati.
"Dunque i Comuni di Porto Azzurro e Campo hanno impugnato il lodo e quindi non risultano debitori della Daneco. Perché mai dovrebbero stare con gli altri Comuni a pagare un debito che non hanno? Ma soprattutto Peria non ci ha detto che dopo la decisione degli arbitri è stata firmata da tutti i Comuni eccetto i soli Porto Azzurro e Campo, un atto di transazione con il quale ci si accorda con Daneco (nel frattempo acquisita da Waste Mangement Italia) per restituire una somma inferiore alla Daneco, pari a 13 miliardi di vecchie lire, ma in cambio si rinuncia a fare nel futuro qualsiasi causa a Daneco per la gestione del Buraccio".
"La transazione per Portoferraio è stata firmata dalla precedente giunta. Perché Peria non nomina un legale per accertarsi che questa transazione non sia impugnabile? Nossignore, Peria preferisce firmare in fretta un atto di acquisto della proprietà Daneco, cioè il baraccone del Buraccio, valutato 7 milioni di euro, prendendo un prestito che poi sarà chiaramente pagato dai cittadini elbani, che già pagano tasse sui rifiuti tra le più alte in Italia. Dove sono le novità nel campo della gestione dei rifiuti? Quanto sta investendo l'Esa per la raccolta differenziata, unica possibilità di cambiare rotta in un'isola che vive di turismo e di ambiente?"